La storia

  

Bartolomeo Montagna

 

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Montagna, il pittore

 Bartolomeo Cincani detto “il Montagna” (Orzinuovi, 1449/1450 – Vicenza, 1523) è stato pittore. Nato a Brescia, trasferitosi a Vicenza poco prima del 1450, Bartolomeo apprese ben presto i canoni dell’arte del Mantegna in quel di Padova; successivamente, nel 1469, egli mosse verso Venezia, dove ebbe modo di prendere contatto diretto con alcune opere di Giovanni Bellini: di particolare interesse soprattutto tre dipinti che rappresentano la Madonna col Bambino, nel Museo Civico di Vicenza e in quello di Belluno.

 

Percorso artistico

Ben presto, però, il Montagna si accostò all’arte di Antonello da Messina, cogliendovi specialmente il dominio prospettico dello spazio e la definizione rigorosa dei volumi, ottenuta grazie all’azione della luce.

 

Evoluzione di fine ‘400

Del 1485 circa è la Madonna Merton di Maidenhead, che colpisce per la sommessa tenerezza dei volti e prelude a una nuova fase che già dal 1490 porterà il Montagna a riaccostarsi ai maestri veneziani e segnatamente al Bellini. Lo evidenziano la ricerca di sperimentazione prospettica, la riduzione del peso delle strutture architettoniche in primo piano, una più dolce caratterizzazione dei personaggi accompagnata da una più complessa trama luminosa.

 

 

Opere

All’ultimo decennio del Quattrocento appartengono la Madonna col Bambino ed i Ss. Giovanni Battista e Francesco, il Noli me tangere della Gemaldegalerie di Berlino, i Ss. Giovanni e Bolo del Museo Poldi Pezzoli di Milano, il S. Pietro e il donatore delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, e la tela della Madonna ed il Bambino tra i Ss. Andrea, Monica, Orsola e Sigismondo della Pinacoteca Brera di Milano, 1499. La pinacoteca milanese conserva anche il S. Girolamo nel deserto dove il santo viene rappresentato in atteggiamento di meditazione contemplativa da un altopiano che si affaccia su un paesaggio di grande suggestione. Pressoché contemporanea è la Pietà del Santuario di Monte Berico, Vicenza pervasa da una luce fredda e tagliente che accentua la tragicità della scena. Personalità eclettica, particolarmente attenta ai nuovi sviluppi della tecnica pittorica, il Montagna ha comunque saputo rielaborare, nella sua piena maturità, i suggerimenti provenienti dai grandi contemporanei, facendone una sintesi arricchita da una propria visione artistica. La sua copiosa produzione è, in parte, andata perduta.